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Una notte da Inter. Quella che tutti si aspettavano, quella che gli oltre 70mila del Meazza hanno avuto. Creata, voluta, tutti insieme. Questa è l’Inter. Concentrata, precisa, generosa, attenta. Letale. Bella, cullata dal ruggito di San Siro. Combattiva, perché fino al 99′ ha ribattuto ogni pallone, ha chiuso ogni spazio, ha cacciato via ogni pericolo. Ecco, la vittoria: 1-0, contro il Barcellona, come era successo solo nel 2010 a San Siro. La firma è di Calhanoglu, cecchino meraviglioso in un match in cui ha fatto di tutto: lottato, recuperato, illuminato, colpito. Ma la prova è stata corale. Da Onana passando per la difesa, che ha limitato Lewandowski. Da Dimarco, che ha incendiato la fascia, ai mediani, che hanno battagliato con il passo corto di Gavi e Pedri. Fino agli attaccanti, sempre bravi a tenere sulle spine la difesa ospite. Ecco i tre punti, che portano l’Inter a quota 6.
Tra assenze e scelte, con il risultato del Bayern contro il Plzen già in archivio. Inter e Barcellona appaiate a tre punti prima del fischio d’inizio e con gli stessi pensieri: incanalare il percorso in Champions, anche alla luce dell’incontro di ritorno, al Camp Nou, il 12 ottobre. Si pensa a San Siro, però, e l’Inter entra in campo con grande determinazione. Si percepisce la voglia di non sbagliare l’occasione. Calhanoglu, poi, spiega subito: sarà serata da piedi roventi, con un destro da oltre 30 metri che impegna ter Stegen, costringendolo alla super parata.
Il Meazza è una bolgia, l’Inter deve fronteggiare l’incredibile possesso palla blaugrana ma lo fa senza concedere grossisime palle gole. De Vrij è bravissimo a tenere a bada Lewandowski, la scheggia impazzita per la squadra di Xavi è Dembélé che imperversa sulla destra. Ma, da quel lato, c’è un grande Dimarco. Cuce il gioco, ripiega, riparte, sventaglia palloni bellissimi. Nascono dal lato mancino le occasioni per l’Inter che dopo 20 minuti esce definitivamente dal guscio e spiega al Barcellona che no, non passerà tutta la partita nella metà campo nerazzurra.
Sale in cattedra, però, il VAR, un fattore nel match. Al 24′ l’arbitro non ravvisa un netto rigore per l’Inter, ma il check rivela un fuorigioco di Lautaro. Al 29′ Correa segna, ma in fuorigioco. Quando il primo tempo volge al termine, ecco la scossa: Dimarco apre l’azione, poi la rifinisce con un tocco per Calhanoglu. Hakan prende la mira e fulmina da fuori area ter Stegen con un gran rasoterra. Spettacolo al Meazza, al riposo si va sull’1-0.
Si aspetta l’ondata blaugrana, nella ripresa. Dembélé colpisce un palo dopo una bella iniziativa, poi al 68′ Pedri segna il gol del pareggio ma di nuovo il VAR decreta l’annullamento per un fallo di mano del nuovo entrato Fati. Proprio il numero 10 crea tanto gioco offensivo, con azioni e accelerazioni che prostrano l’Inter. Ma la squadra di Inzaghi si compatta e dà il via a una lunga battaglia, provando a colpire in ripartenza. Per due volte il Barcellona si salva sui contropiedi nerazzurri, poi è solo una lunga sfida con il cronometro.
I minuti di recupero sono 8 e nella lunga coda di gara c’è tempo per un altro check del VAR per un possibile rigore per il Barcellona, non concesso. Volano cartellini, qualche spintone, è show totale in campo e fuori. Quando Vincic fischia tre volte, c’è tempo solo per l’abbraccio di San Siro a una squadra che ha dato tutto, e che ha meritato di vincere.